"Il calcio è un gioco semplice: 22 uomini rincorrono un pallone per 90 minuti, e alla fine vince la Germania."

Con questa frase Gary Lineker descriveva lo sport più seguito al mondo, senza andare troppo lontano dalla realtà.
Da ieri non è più' così. Nella serata di Kazan al minuto novantatre la Corea del Sud scriveva la storia dei Mondiali, e il capitolo più' brutto della storia del calcio tedesco.

E pensare che la Die Mannschaft si era qualificata per questa competizione come la nazionale con le migliori statistiche.
30 vittorie in 30 partite giocate, 43 goal segnati, 4 goal subiti. Una perfmormance strepitosa.
Insomma, sembrava che Gary Lineker avesse ragione. E che Joachim Löw fosse pronto a tentare l'impresa (riuscita ad Italia e Brasile) di consacrarsi campione del mondo con la sua Germania per la seconda volta consecutiva.

Nei 12 lunghi anni come CT della Germania (più' il biennio come secondo di Klinsmann) era riuscito a salire sul podio di tutte le competizioni internazionali: 3 medaglie di bronzo (Mondiale 2010, Europei 2012 e 2016); l'argento a Euro 2008 e il mondiale del 2014.

Con lui c'è sempre stato Mario Gomez, ormai 32enne e giocatore più' anziano dei ventitre selezionati per Russia 2018. Difficilmente lo vedremo in Qatar, così come Sami Khedira .

Al Mondiale in Brasile erano 8 i convocati nati negli anni '90, fisiologicamente questo numero è salito a 15 per l'avventura in Russia.
Potrebbe forse essere un fattore l'assenza di giocatori come Philipp Lahm, Lukas Podolski, Miroslav Klose e Bastian Schweinsteiger nello spogliatoio tedesco.
I "senatori" che riuscirono a creare un gruppo coeso quando la rivalità tra Dortmund, Schalke e Bayern arrivava fin dentro la nazionale.
Furono infatti loro, insieme all'uomo spogliatoio Mueller a fare le camere per Brasile 2014, risolvendo i problemi interni e arrivando ad alzare la Coppa come un gruppo unito.

Da oggi la Germania e Joachim Löw si interrogheranno sui motivi che li hanno portati al peggior risultato della loro storia.
Perfino peggiore del 1938 quando, con una formula diversa del torneo, vennero eliminati alla prima e unica partita giocata.

LE MALEDIZIONI DELLA GERMANIA

Certo è che se volessero, i tedeschi potrebbero appellarsi alla "maledizione" di cui tanto si sta parlando, ma la realtà è che di maledizioni la Germania ne aveva più’ di una.

La prima, scontata, è stata quella di essere campioni in carica.
Nel 1950 gli Azzurri campioni in carica dal 1938 (i Mondiali non si giocarono a causa della guerra) uscirono ai giorni.
Ma ad "inaugurare" la tradizione negativa di vincere il mondiale e uscire ai gironi dell'edizione successiva fu il Brasile nel 1966. Seguiranno la Francia nel 2002, l'Italia di nuovo nel 2010 e la Spagna nel 2014.

La seconda maledizione ha a che fare con il gruppo.
Ebbene sì, nella storia dei Mondiali di calcio non è mai uscita una vincitrice dal gruppo F. Messico e Svezia sono avvisate.

Infine la maledizione più' dura e realistica: la Corea del Sud
Fino a ieri, ogni volta che la Germania si era scontrata con i coreani era uscita sì vincitrice, ma con risvolti negativi.
Nel '94 i tedeschi vinsero 3-2 ma Effenberg fu sospeso dalla DFB per un dito medio ai tifosi.
Nella semifinale del 2002 vittoria della compagine tedesca, ma ammonizione per Ballack che salterà la finale poi vinta dal Brasile 2-0. Ieri, al terzo capitolo di questa storia la Corea del Sud ha vinto per 2-0 nei minuti di recupero, eliminando la squadra di Löw. 

Sulla panchina dei vincitori, tra l'altro, l'attuale tecnico Shin Tae-Yong sembra abbia una grande stima per il collega tedesco, ispirandosi a lui da un punto di vista stilistico.
Camicia sbottonata, pantalone scuro elegante, collanina, bracciale e orologio. Persino la pettinatura ricorda quella del CT sconfitto.

Ebbene, si chiude un ciclo per il calcio tedesco. Appuntamento tra 2 anni, quando inizieranno le qualificazioni per Qatar 2022, e dove i tedeschi vorranno sicuramente far dimenticare questa macchia nella loro storia calcistica.