La Confederations Cup non era molto seguita in Italia fino al 2009, anno in cui la giocammo per la prima volta, grazie alla vittoria del Mondiale del 2006. Quattro anni fa, l’esperienza non fu molto positiva: gli azzurri vennero eliminati nella fase a gironi da Brasile e USA.

Si tratta di un torneo giovane, infatti la prima edizione si giocò nel 1992, e la FIFA la inventò per le pressioni della fluorescente economia del Medio Oriente. Agli inizi, il nome del torneo era Coppa Re Fahd e le prime tre edizioni si giocarono in Arabia Saudita. La periodicità della Confederations Cup è stata variabile nel suo primo decennio di vita: dalla prima alla seconda edizione passarono tre anni, dalla seconda alla terza solamente due e dal 2005 si celebra ogni quattro anni.

Poco a poco, il torneo guadagnò spessore e credibilità e dal 1997 lo giocano otto nazionali: i campioni di ogni torneo delle Confederazioni FIFA, il campione del mondo in carica e i padroni di casa. Dopo che le prime tre edizioni si giocarono in Arabia Saudita e la quarta in Messico, dal 2001 si celebra nel Paese nel quale si giocherà il Mondiale l’anno dopo.

Se ripercorriamo la storia del torneo dalla primissima edizione del 1992, scopriamo che ci ha offerto momenti indimenticabili e giocatori magnifici: vale la pena quindi ricordare alcuni episodi della competizione.

L’Argentina campione della Coppa America 1991 fu la prima nazionale campione della Confederations. In quella compagine, orfana di Maradona squalificato per 15 mesi per la risaputa causa del doping, brillava Fernando Redondo, che aveva le redini del centrocampo della Selección; inoltre, Ruggeri era una autentica roccia in difesa e Goycoechea continuava a difendere la porta (ancora ricordiamo le sue spettacolari parate nelle varie lotterie dei calci di rigore grazie alle quali l’Argentina arrivò alla finale di Italia 90). Davanti, Caniggia e Batistuta offrivano potenza e gol a una squadra che, pur senza il grande Diego, aveva grandi potenzialità.

In finale, l’Argentina si impose all’Arabia Saudita per 3-1, grazie alle marcature di Caniggia, del Cholo Simeone e di Leo Rodriguez: quest’ultimo ai tempi era considerato come uno dei più seri candidati alla successione di Maradona come grande dieci argentino.  Il gol saudita fu opera di un giocatore che scolpì a caratteri cubitali il suo nome nella storia della sua nazionale, Said Al Owairan: due anni dopo, nel Mondiale del 94, segnò un gol spettacolare contro il Belgio partendo in dribbling da centrocampo.

La Danimarca campione d’Europa nel 1992 si aggiudicò la seconda edizione, disputata da sei nazionali e non più da quattro, in finale contro la onnipresente Argentina. Quell’Argentina veniva da una profonda delusione maturata nei mondiali americani, ormai senza Maradona, e con una rosa che combinava giocatori della Nazionale A come Batistuta con altri che formavano parte dell’Olimpica futura finalista dei Giochi del 1996 di Atlanta, come il portiere Bossio, Zanetti, Ayala, Bassedas, Gustavo López o Hernan Crespo.

La Danimarca era una nazionale esperta in difesa con giocatori come i centrali Rieper e Hogh, condita dalla forza del mancino Schonjberg. Aveva tra le sue fila Michael Laudrup (che non aveva partecipato all’Europeo del 1992 per dissapori con il CT Moller-Nielsen), suo fratello Brian e l’interno Brian Steen-Nielsen. La Danimarca vinse per due a zero la finale.

Il Brasile di Ronaldo e Romario stradominò la nazionale australiana nella finale dell’edizione del 1998 con un sei a zero che non lasciava spazio a discussioni.  Quella coppia faceva sognare i verdeoro in vista del Mondiale del 98, ma alla fine il CT Zagallo non convocò Romario per l’occasione.

Il Messico sconfisse il Brasile nella finale dell’edizione messicana del 1999, e la Francia campione del mondo ebbe la meglio sul Giappone nel 2001.

E arriviamo al 2003, quando il torneo era già più conosciuto: questa edizione verrà ricordata per la morte del centrocampista camerunense Marc Vivien Foe, a causa di un arresto cardiaco nella semifinale contro la Colombia. In finale, la Francia sconfisse 1-0 un Camerun ancora sotto shock per quel trágico avvenimento.

Le ultime due edizioni (2005 e 2009) sono state quelle che hanno mostrato un maggiore livello tecnico. Alla prima, giocata in Germania, presero parte i padroni di casa, il Brasile e l’Argentina. Queste ultime due arrivarono alla finale, e vinse il Brasile, che con tre vittorie è la nazionale con più Confederations in bacheca. Era la nazionale di Kaká, Ronaldinho e Adriano, che travolse per 4-1 gli odiati vicini.

Nell’ultima edizione brillarono gli USA di Donovan e del centrale futura meteora milanista Onyewu: gli yankees sconfissero i futuri campioni del mondo della Spagna 2-0 in semifinale (Altidore e Dempsey), per poi arrendersi in finale al solito Brasile, che rimontò un passivo di due gol (3-2, doppio Luis Fabiano e Lucio, Dempsey e Donovan).

L’archivio della FIFA contiene tutti i dati delle Confederations Cup giocate fino ad oggi.