La Juventus, fondata nel 1897, è uno dei club di maggior successo in Italia e in Europa, noto come la “Vecchia Signora”. Ha vinto più volte la Serie A, due Champions League nelle stagioni 1984-85 e 1996-96 e ha disputato altre sette finali. Ha dominato il calcio italiano tra il 2012 e il 2020 con nove titoli consecutivi e rimane un punto di riferimento nel calcio mondiale con una grande base di tifosi.

La Juventus è stata pioniera, insieme ad altri club, nel reclutamento di giocatori stranieri, rafforzando la propria rosa con talenti internazionali. Già alla fine degli anni Venti e Trenta, Luis Monti e Hector Scarone arrivarono alla Juve dall'Argentina e dall'Uruguay.

Questo approccio internazionale era simile a quello di altri giganti europei come Real Madrid, Barcellona, Bayern Monaco e club della Premier League, che si affidavano anch'essi a talenti stranieri per mantenersi competitivi.

L'elenco delle stelle straniere che hanno reso la Juventus uno dei migliori club d'Europa è lungo, con una coppia di rappresentanti d'eccezione come Michel Platini e Zbigniew Boniek, ma oggi guardiamo ad alcuni dei pionieri che hanno contribuito al successo europeo del club; guardiamo a 3 idoli del club degli anni '50 e '60, ad acquisti importanti come Omar Sívori (Argentina) e John Charles (Galles), o allo spagnolo Luis del Sol, che ha segnato un'epoca nel club.

Omar Sívori at Juventus Turin

Omar Sívori - Juventus

Omar Sívori - Argentina - Ha giocato nella Juventus dal 1957 al 1965.  Idolo degli anni '50 e '60, vinse tre titoli di Serie A, due di Coppa Italia e fu Pallone d'Oro nel 1961 come miglior giocatore europeo quando ottenne la doppia nazionalità. Aveva giocato nel River Plate, club argentino, portando con sé la forza e il know-how di una delle migliori squadre del calcio argentino. La sua tecnica e il suo temperamento hanno lasciato un segno nella storia del club. Ha fatto parte del famoso “Trio Magico” insieme a John Charles e alla leggenda Giampiero Boniperti. Passò alla Juventus dopo la vittoria dell'Argentina nella Copa America del 1957.

John Charles Juventus Turin

John Charles - Juventus

John Charles - Galles - Giocò nella Juventus tra il 1957 e il 1962. Soprannominato “Il Gigante Buono” per il suo carattere e la sua corporatura, era un centravanti gallese potente e versatile che, in coppia con Sivori, formava un duo letale in campo e, nonostante le difficoltà linguistiche, era un buon amico fuori dal campo. Il leggendario giocatore gallese ha vinto tre scudetti e due Coppe Italia con la Juventus. Arrivato dal Leeds United, è alla Juventus che ha dato il meglio di sé nei suoi cinque anni di permanenza nel club. Infatti, non è mai stato dimenticato dal club e nonostante abbia lasciato la Juve nel 1962, nel 1997, durante le celebrazioni del Centenario, è stato votato come miglior giocatore straniero dei bianconeri. In un sondaggio è stato votato come il secondo miglior giocatore straniero di tutti i tempi dopo Platini.

Luis del Sol at Juventus match against Inter Milan 1965

Luis del Sol- Juventus

Luis del Sol - Spagna - Giocò nella Juventus tra il 1962 e il 1970. Questo instancabile centrocampista proveniva dal Betis e dal Real Madrid, dove condivise lo spogliatoio con Di Stéfano, Puskas e Gento, un buon apprendistato da applicare poi al club italiano. È stato il primo giocatore spagnolo a far parte della rosa della Juve, un riferimento nella Juventus degli anni '60, vincendo un campionato e una Coppa Italia. È considerato uno dei 50 giocatori più importanti del club torinese ed è stato inserito nella walk of fame dello stadio.

Questi giocatori hanno lasciato un segno profondo nella storia del club e le maglie dell'epoca ne sono la migliore testimonianza. Vi lasciamo quindi i link alla nostra selezione di maglie e giacche retro vintage della Juventus, maglia della Juventus degli anni '50 e maglia vintage della Juventus degli anni '60.

Un'ultima riflessione sull'ingaggio di calciatori stranieri

L'arrivo alla Juventus di giocatori con stili ed esperienze diverse, come Omar Sívori o John Charles, ha portato nuove tattiche e prospettive al calcio italiano. Questo ha dato loro un vantaggio in un periodo in cui il campionato italiano stava iniziando a diventare più professionale. Si può parlare di una prima globalizzazione del calcio: la dirigenza della Juventus capì subito che il calcio era uno sport globale e che l'arrivo di giocatori internazionali non solo migliorava il livello di gioco, ma espandeva anche l'influenza del club a livello internazionale.

Quando viaggiare all'estero non era così popolare, questo permetteva anche agli spettatori e ai tifosi di ammirare le giocate dei grandi nomi. Questi acquisti non solo migliorarono il livello delle loro squadre, ma contribuirono anche a rendere il calcio lo spettacolo che è oggi e ad aumentare il prestigio dei campionati europei.

Ma non dobbiamo dimenticare l'aspetto meno positivo di questa tendenza quasi secolare. L'internazionalizzazione portata all'estremo ha portato alla perdita dell'identità locale e del legame emotivo tra tifosi e club. In passato, le squadre erano composte principalmente da giocatori locali o nazionali, il che generava un senso di appartenenza più forte tra i tifosi e un legame più stretto con la comunità. I club riflettevano la cultura, i valori e l'identità regionale. Questo ha portato molti club a privilegiare il successo immediato rispetto allo sviluppo dei talenti locali e alcuni tifosi ritengono che la loro squadra abbia perso parte della sua essenza.

Inoltre, la globalizzazione ha aumentato la disparità economica tra club ricchi e poveri, creando un'élite di squadre dominanti. Questa dinamica ha generato una nostalgia per il calcio di un tempo, quando il talento locale e lo spirito di squadra superavano le operazioni commerciali e l'influenza del mercato globale.

L'ultima domanda che lasciamo in sospeso è se possa esistere una via di mezzo tra questi due modelli.