La storia della maglia della Juventus presenta un aneddoto molto singolare, cioè l’origine dei classici colori bianconeri: il Notts County. Proprio così, questo piccolo club inglese senza molto da raccontare è stata la causa della scelta di questi storici colori.
Nei suoi primi anni di vita, la Juve giocava con una maglia rosa. Erano maglie molto arcaiche, quasi delle camicie con il cravattino, un po’ in stile cricket se vogliamo. Di fatto, la Juventus ripropose il rosa nella seconda maglia dell’anno scorso (la terza di quest’anno).
Tutto partì da John Savage, un mercante di Nottingham, che propose ai dirigente torinesi di rinnovare un abbigliamento veramente austero. L’idea iniziale era realizzare le divise sul modello di quelle rosse del Nottingham Forest, prima squadra della città.
Gli Juventini accettarono e Savage diede l’incarico a una fabbrica locale, accompagnato da una maglia rosa originale della Juventus.
Il personale della fabbrica, vista la maglietta così scolorita, credettero che si trattasse di una vecchia maglia bianco nera, piuttosto che rosa.
Quindi mandò a Torino un intero stock di magliette dell’altra squadra della città, il Notts County. Si da il caso che il Notts County vestiva in striscie verticali bianconere.
Al momento della consegna, l’impatto per la dirigenza juventina non fu propiamente positivo: “Sono funeree”, esclamarono.
Però, un po’ per la `prossimità dell’inizio del campionato, un po’ per l’orgoglio di vestire comunque in stile british, alla fine accettarono la mercanzia.
Curiosamente queste magliette bianconere portarono molta fortuna alla Juventus. Nel 1903 si raggiunge per la prima volta la finale scudetto e, due anni dopo, si vince il primo tricolore della storia.
Eh si, quelle banali magliette del Notts County, frutto di una serie di sbadataggini, per scaramanzia non vennero più abbandonate e scrissero e continuano a scrivere la storia del calcio.