Barcellona e Juventus sono sicuramente due grandi del panorama calcistico europeo, però non si sono mai incrociate in una finale.
Sulla carta, il Barcellona è favoritissimo per vincere la finale della Champions League del prossimo 6 giugno però devono stare attenti. La Juve è una squadra dura da affrontare ed è da 25 anni che gli spagnoli non li battono.
Tutto ebbe inizio nel secondo turno della Coppa delle Fiere 1970/71, l’ultima edizione giocata con questo nome. Dalla stagione successiva, la competizione entrò a fare parte ufficialmente della UEFA e prese appunto il nome di Coppa UEFA. Quell’anno la Juventus stava gettando le basi per quella che sarebbe stata la grandissima squadra degli anni 70 (il ciclo di Boniperti). I bianconeri si imposero in entrambe le partite per 2-1 alla compagine in maglia blaugrana. Al Nou Camp, la Juve iniziò fortissimo segnando due gol con le sue grandi stelle, Haller e Bettega; Marcial accorciò le distanze. Nel ritorno al Comunale, i giocatori di mister Picchi completarono l’opera grazie a un altro gol di Bettega e a quello di Fabio Capello, attuale CT della Russia; per il Barça andò a segno Pujol. Quella Juve arrivò fino in finale, dove fu sconfitta dagli inglesi del Leeds.
Per vedere il secondo scontro tra Juventus e Barcellona dobbiamo andare agli anni 80, precisamente ai quarti di finale della Coppa dei Campioni 1985/86. La Juve era campione in carica, però il turno sorrise ai catalani, la cui aventura finì con le lacrime di Siviglia, in quella famosa finale persa contro lo Steaua Bucarest (fu la prima volta che una squadra del Est sollevò al cielo la Coppa dalle Grandi Orecchie). L’allenatore inglese del Barcellona Terry Venables, alla fine del match di ritorno, era molto ottimista e dichiarò che i suoi avevano superato la squadra più forte di tutte; magari era anche vero, sicuramente non fu suficiente. Nella partita d’andata in Spagna, decise tutto un gol a pochi minuti dal termine di Juan Alberto. Il ritorno finì 1-1, e si ricordano ancora gli errori di Marco Pacione. I Bianconeri giocavano con la mitica maglia della Juventus sponsorizzata da Ariston, incassarono il gol di Archibald e pareggiarono con Platini. Quella fu l’ultima stagione di Trapattoni in panchina (tornerà all’inizio degli anni 90). Ed era una grande Juventus, nonostante le cessioni di Boniek e Paolo Rossi; con il ricavato la Società acquistò il danese Michael Laudrup e Aldo Serena. Arrivarono in bacheca un altro scudetto e la Coppa Intercontinentale contro l’Argentinos Juniors, in una delle migliori partite della storia del calcio. Invece per il Barcellona fu una stagione abbastanza sfortunata: a parte la Coppa dei Campioni, perse anche la finale della Coppa del Re contro il Real Zaragoza e in campionato arrivò solo seconda. Questo si, rimase la soddisfazione di aver superato quella grande Juve.
Andò a favore del Barcellona anche l’incrocio successivo, la semifinale della Coppa delle Coppe 1990/91. La Juve era la grande speranza del calcio italiano, e una delle più discusse. La zona di Gigi Maifredi, l’attacco delle notti magiche, Schillaci e Baggio, il nuovo Delle Alpi. Quella Juve iniziò anche bene il Campionato (si ricorda un 4-2 alla Roma) però poi finì settima, mancando la qualificazione alle coppe europee dopo 28 anni consecutivi. Maifredi fu licenziato ma fu polemica, per dichiarazioni come: “Ero il miglior tecnico in circolazione” “Litigai con la dirigenza perchè dopo una sconfitta organizzarono la cena di Natale” “Fu colpa di Montezemolo perchè non c’era mai, della Stampa perchè era un giornale granata, degli arbitri”.
Di fronte, c’era il miglior Barcellona della storia, raggiunto poi da quello di Guardiola. Il Dream Team, le stelle Stoichkov, Koeman, Bakero e Laudrup, ma anche Goigoechea e Ferrer. Quel Barcellona vinse la Liga passeggiando, Liga che non vinceva dal 1984/85; in Coppa delle Coppe, però, il Manchester United gli tolse un titolo che sembrava già suo.
Tornando al nostro Barcellona-Juventus, nell’andata, Casiraghi zittì il Nou Camp ma poi il Dream team si svegliò e travolse i bianconeri con una doppietta di Stoichkov e un gol di Goigoechea (Barcelona – Juventus 3-1, 1990/91). Al ritorno, la Juve fece una gran partita, molti tifosi la ricordano ancora oggi come una delle piè belle che abbiano mai visto. Ma non bastò: l’incontro finì 1-0 grazie a una punizione magica di Roby Baggio.
L’ultima partita giocata coincide forse con la miglior partita europea della Juventus negli ultimi dieci anni, eccetto l’ultima al Bernabeu. Siamo nella stagione 2002/03, è Champions League, quarti di finale. Nell’andata il match terminò 1-1, con i gol del duro Paolo Montero e pareggio a sorpresa di Saviola. Però nel ritorno al Nou Camp, Marcello Lippi fece una delle sue opere maestre: il risultato non si muoveva dall’1-1, avevano segnato Nedved e Xabi, e la Juventus rimase addirittura in dieci, per l’espulsione di Davids. Ma i bianconeri, grazie a un match simile a quello dell’altra sera, riuscì a portare il Barça ai supplementari e in un contropiede e con una sgrobbata sulla fascia di Birindelli conclusa da Zalayeta, spense i blaugrana. Quella era un’altra grande Juventus, infatti in semifinale eliminò il Real Madrid dei galattici per poi cadere ai rigori nella finale dell’Old Trafford contro il Milan. In quella stagione 2002/03 la Juventus vinse lo scudetto con due giornate di anticipo, grazie a una super squadra formata da Buffon, Del Piero, Trezeguet, Nedved, Davids, Zambrotta. Il Barcellona dal canto suo ha vissuto una delle peggiori stagioni recenti, l’ultima del presidente Gaspart: in campionato arrivò sesto, la peggior posizione dei 15 anni precedenti.
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